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giovedì 16 aprile 2020

LUIS SEPÚLVEDA

"Sapeva leggere. Possedeva l'antidoto contro il terribile veleno della vecchiaia. Sapeva leggere..."
da - Il vecchio che leggeva romanzi d'amore -

In data 16 aprile, ucciso dal coronavirus, si è spento Luis Sepúlveda, uno dei più grandi scrittori dei nostri tempi. Avevo avuto il piacere di conoscerlo alcuni anni fa ad un incontro letterario e avevo avuto modo di apprezzarne da subito le sue...




qualità umane e di scrittore. Aveva peraltro un amore sincero ricambiato per il nostro Paese. Proprio in Italia era in programma in questo mese un convegno dove avrebbe dovuto parlare del coraggio, una virtù che più lo identifica e che lo fa grande prima come cittadino e quindi come autore.

A fine febbraio, di ritorno dal Portogallo dopo aver partecipato con la moglie ad un Festival Letterario, ha iniziato ad accusare i primi sintomi della malattia. La notizia era stata subito recepita dai media di tutto il mondo. Le condizioni fisiche però nel frattempo si sono aggravate e sono peggiorate fino a determinarne la morte, dopo aver trascorso un lungo periodo ricoverato in Rianimazione e intubato per insufficienza respiratoria grave.

Nato in Cile nel 1949, Sepúlveda cresce nella periferia di Santiago e fin da giovane si avvicina alla letteratura, imparando il piacere della scrittura ed il valore della libertà, che fa di lui un attivo combattente. Durante la terribile dittatura del generale Augusto Pinochet viene più volte arrestato e torturato, fin poi ad essere espulso, dopo un’intensa stagione di attività politica. 

Ha viaggiato a lungo in America Latina e poi nel resto del mondo, anche al seguito degli equipaggi di Greenpeace da ecologista convinto. E' stato ospite di tribù amazzoniche e amico di Chico Mendes, eroe della difesa della grande foresta sudamericana, acquisendo il rispetto verso tutto e tutti, inclusa la natura. 

Dopo aver risieduto ad Amburgo e a Parigi, è andato a vivere in Spagna, nelle Asturie.

La notorietà internazionale gli giunge nel 1993 con l’uscita del libro “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”. Da allora ha pubblicato una collezione di best seller. Fra gli altri suoi libri indimenticabili, si possono annoverare “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, “Patagonia express”, “Il mondo alla fine del mondo”, “La frontiera scomparsa”, “Diario di un killer sentimentale”, “Le rose di Atacama”, “Un nome da torero”, “Incontro d'amore in un paese in guerra” e tanti altri. Spesso nei suoi libri i protagonisti sono stati gli animali, in cui il narratore cileno amava identificarsi per meglio raccontare le vicende umane da sempre protagoniste dei suoi libri. Nei suoi romanzi le grandezze e le miserie del novecento sono descritte con passione, dando voce agli ultimi, quelli che ha sempre difeso.

R.I.P. 
Nicola M. Vitola


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