Rocco Scotellaro

Rocco Scotellaro. Esercita ancora una grande attrattiva la figura poetica e politica di Rocco Scotellaro (1923 -1953), esponente di spicco della Letteratura Lucana del Novecento ed allo stesso tempo sindaco "rivoluzionario", con le sue azioni atte ad affermare la dignità dell'uomo del Sud...

Rocco Scotellaro nel 1944 fondò la sezione del Partito Socialista a Tricarico (Matera), suo paese nativo, di cui divenne sindaco a soli 23 anni. Il Sindaco-Poeta, uomo estraneo alle logiche della spartizione del potere, partecipò con i braccianti alle occupazioni delle terre degli anni ’49-’50 e fu incarcerato sotto la falsa accusa di peculato. Il popolo aveva trovato il suo eroe, colui al quale era stato affidato il compito difficilissimo di riscattare la dignità dei contadini e di annullarne la povertà.  

Come letterato scrisse diverse poesie raccolte nel volume “E’ fatto giorno” e  due opere principali: “L’uva puttanella” e “Contadini del Sud”. 

Mentre “L’uva puttanella” è il romanzo autobiografico, “Contadini del sud” esplora il mondo dei contadini meridionali: ”…la calma stagnante del fascismo fu rotta dai primi reduci dalla prigionia che vennero a raccontare la tragedia della guerra. Contadini e artigiani i più, furono essi i primi ad associarsi nel principio della sconfitta patita dall’Italia e della sventura eterna dei loro paesi, non toccati dalla guerra, ma sempre più poveri e abbandonati. Volevano lavoro e assistenza a costo del sacrificio dei benestanti, ma anche il ritorno alla quiete e alla tranquillità, all’ordine prebellico, e rifiutavano, pertanto, le parole d’ordine dei comunisti e dei democristiani, che furono spesso vuote e soltanto ideologiche, e significavano: ”la guerra continua” per loro, disoccupati, non rientrati ancora nemmeno nell’ambito familiare, malinconici perciò e amari…”

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