Il Santuario di Anglona. Al visitatore che percorre l’attuale Sinnica nella
Lucania jonica sarà sufficiente effettuare una breve deviazione per addentrarsi
in quel “paesaggio lunare” (così definito da Carlo Levi), tanto brullo ed aspro...
e ricco di precipizi e valli scavate
nell’argilla bianca dalle erosioni delle acque, per poi risalire ancora per
pochi chilometri al pianoro di un colle sito tra il fiume Agri ed il Sinni e
scoprire come d’incanto una delle più belle meraviglie dell’Italia meridionale:
il Santuario di Santa Maria di Anglona.
Il Santuario, Cattedrale dalle
origini, è monumento nazionale dal 1931 per i suoi pregi artistici ed è il
luogo di culto più significativo della Diocesi di Tursi-Lagonegro. E’ stato
elevato a Pontificia Basilica Minore dal Santo Padre Giovanni Paolo II, il 17
maggio 1999, a
ricordo del Sinodo dei Vescovi ed è meta privilegiata di pellegrinaggi fin dal
XV secolo.
L’edificio sopravvive isolato da ogni contesto
abitativo ed è l’unica testimonianza dell’esistenza dell’ormai scomparsa città
di Anglona, la più considerevole di quest’area durante il Medio Evo.
Man mano che si procede all’interno,
l’elemento che attrae immediatamente il visitatore è una splendida serie di
affreschi che conservano quasi integro un ciclo di storie del Vecchio
Testamento sulla parete destra della navata centrale e frammenti del Nuovo
sulla parete opposta. Ancora oggi, nel
Santuario di Santa Maria di Anglona si respira quella cultura multietnica che
per secoli caratterizzò le regioni meridionali d’Italia.
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