Si riporta in questo post, a futura memoria, l'incredibile e triste storia della Professoressa Patrizia Del Puente, Direttrice del Centro Internazionale di Dialettologia presso l'Università degli Studi di Basilicata, e dei suoi ricercatori, interpreti della vicenda assieme all'Assessore Regionale, con delega alla Formazione e Ricerca, Francesco Cupparo.
Università degli studi della Basilicata (foto dal sito Unibas.it) |
Ad evitare interpretazioni errate...
si riportano integralmente le dichiarazioni ufficiali dei protagonisti, in modo che ognuno alla fine possa trarre le proprie conclusioni.
A perderci ancora una volta la Basilicata, emblema delle opportunità mancate.
Comunicato stampa di lunedì 7 Aprile 2021 della Professoressa Del Puente
(dal sito Sassilive.it)
"Abbiamo bisogno di tutti voi per spiegare ai lucani la situazione con massima onestà. L’invito sarà inviato per correttezza anche al rettore e all’assessore Cupparo coprotagonisti della vicenda, nella speranza vogliano essere presenti, al fine di evidenziare il nostro desiderio di far chiarezza e non polemica.
Prof.ssa Patriza Del Puente (foto da BasilicataNotizie.net) |
Dopo innumerevoli tentativi, protratti per più di un anno, di interloquire con la Regione in maniera costruttiva perché l’importante esperienza del Centro Internazionale di Dialettologia (C.I.D.) non finisse, ci vediamo costretti a chiudere ogni attività del Centro, in quanto i contratti di tutti i ricercatori sono ormai giunti a termine.
Per solidarietà con questi ricercatori che, dopo anni di prezioso lavoro, si ritrovano privi di una prospettiva, la prof.ssa Del Puente si dimetterà da direttrice del C.I.D. e interromperà il suo lavoro sul territorio.
L’unica possibile e sensata via d’uscita, laddove realmente (e non solo a parole) la Regione riconoscesse il valore del lavoro svolto negli ultimi 14 anni, sarebbe, come già più volte richiesto, l’istituzionalizzazione del C.I.D.
Come e perché si è arrivati a questo punto lo spiegheremo, a chi vorrà ascoltarci, durante la conferenza stampa.
IL LAVORO DEL CENTRO INTERNAZIONALE DI DIALETTOLOGIA
La Basilicata, dal punto di vista linguistico, è una vera miniera a cielo aperto.
Già negli anni ’20 del secolo scorso, il grande linguista tedesco Gerard Rohlfs si era accorto della importante e variegata realtà linguistica della Basilicata. Egli era giunto in questa regione per raccogliere i dati finalizzati alla compilazione dell’A.I.S.(Atlante linguistico Italo-Svizzero) e restò talmente colpito da inviare in seguito un suo allievo, Heinrich Lausberg, per studiare in modo più approfondito le lingue lucane, in particolare quelle del sud della regione che gli erano parse particolarmente conservative. Il Lausberg svolse quindi indagini più ampie e individuò l’area cosiddetta “arcaica” o come definita da lui stesso Mittelzone. La comunità scientifica dialettologica internazionale, dunque, ha sempre riconosciuto la Basilicata come un’area linguistica particolarmente interessante e meritevole di studi approfonditi.
Proprio nella consapevolezza dell’importante e variegato patrimonio linguistico della regione, nel 2007 fu presentata allapresidenza della giunta regionale lucana un progetto finalizzato alla creazione di un Atlante Linguistico della Basilicata (da ora in poi A.L.Ba.). La proposta fu accolta con entusiasmo e nel 2008 nacque il Progetto A.L.Ba.
Finora sono stati pubblicati quattro volumi dell’Atlante e si sono conclusi i lavori per il quinto volume.
L’A.L.Ba. è l’unico atlante regionale esaustivo. Esso riporta, infatti, i dati di tutti i 131 comuni della Basilicatae anche quelli delle molte frazioni nelle quali si registrano varianti sintopiche. Il primo tomo dell’Atlante, pubblicato nel 2010, raccoglie il lessico relativo ai nomi di parentela e ai nomi delle parti del corpo.
Il secondo volume, pubblicato nel 2011, raccoglie i termini che indicano i numeri e quelli per la scansione del tempo (giorni, mesi, ecc.).
Il terzo volume, pubblicato nel 2015, raccoglie i nomi delle parti della casa contadina, i nomi degli utensili domestici, sia quelli ancora in uso che quelli desueti e mappa la diffusione del genere neutro e del fenomeno della propagginazione.
Il quarto volume, pubblicato nel 2017, raccoglie voci relative alle fasi della vita dell’uomo (dalla nascita alla morte), al tempo meteorologico e ad alcuni paradigmi verbali e aggettivali di particolare interesse, più alcuni termini che vanno ad integrare i campi semantici già trattati nei precedenti volumi dell’Atlante.
Il quinto volume, in attesa di essere pubblicato, raccoglie i termini relativi alla fauna domestica e selvatica e al lessico della frutta. Come si può vedere ogni paese è identificato da un numero progressivo da nord a sud. A fianco al numero si trova trascritta nella lingua locale la parola (o il sintagma) che è indicata in cima alla carta.
La raccolta dati viene effettuata da ricercatori (dottori di ricerca e dottorandi in Linguistica e Dialettologia), precedentemente formati, con anni di esperienza sul territorio. I dati convergono poi in una banca e vengono ascoltati dalla responsabile scientifica prima di essere inseriti sulle carte dell’Atlante. Le indagini vedono due fasi: una prima fase desk, durante la quale si cercano le frasi da somministrare agli informatori riguardo i campi semantici che si intendono raccogliere e si prepara, più in generale, il lavoro teorico perché le indagini producano dati il più possibile spontanei e veritieri; una seconda fase field durante la quale i ricercatori si recano in ogni comune lucano per la raccolta dei dati. Le interviste sono finalizzate a registrare spaccati liberi di conversazione in lingua locale tra il raccoglitore e l’informatore. Se il raccoglitore non otterrà i dati attesi, allora tornerà per una seconda intervista durante la quale somministrerà all’informatore delle frasi da tradurre sempre nella lingua locale. Dalle interviste registrate vengono estrapolate le parole di interesse che vengono immesse nella banca dati a cui si è già fatto riferimento prima.
Gli informatori vengono individuati in base a criteri ben precisi, ossia: età superiore a 65 anni, da sempre residenti nel punto di rilievo, sposati con una persona da sempre residente nel punto di rilievo, con un basso livello di scolarizzazione e senza problemi di pronuncia. Ciò serve ad individuare un modello di lingua locale il più conservativa possibile. Il numero degli informatori intervistati varia in rapporto al numero di abitanti del paese di volta in volta considerato.
L’A.L.Ba. è un atlante lessicale, che, oltre a quelle attese, presenta anche delle cartedefinite “tematiche”. Le carte tematiche possono riferirsi a vari ambiti e focalizzano l’attenzione su di un dato specifico che può essere di tipo fonologico, morfologico, lessicale/semantico o sintattico. Queste carte consentono una visualizzazione immediata della distribuzione anche grazie alla divisione in colori delle diverse aree.
Oltre alla compilazione dell’Atlante, principale ma non unico prodotto scientifico, il Progetto A.L.Ba.,nel corso dei suoi tredici anni di attività, ha organizzato sei convegni internazionali di dialettologia che hanno visto la partecipazione di autorevoli studiosi provenienti dalle più prestigiose università nazionali e internazionali. I contributi discussi nel corso degli incontri sono confluiti in altrettanti volumi di atti, l’ultimo dei quali è in corso di stampa. Inoltre sono state organizzate tre edizioni della Scuola Internazionale di Dialettologia che hanno visto la partecipazione di numerosi studenti e studiosi italiani e stranieri. I ricercatori hanno partecipato, in qualità di relatori, anche a convegni internazionali e seminari tenuti presso altre Università.
Il Progetto A.L.Ba., confluito nel 2018 nel Centro Internazionale di Dialettologia (C.I.D.), ha organizzato numerose iniziative per il territorio, oltre agli incontri divulgativi che da un decennio tiene in tutti i paesi della Regione con l’intento di rendere consapevoli i parlanti dell’importanza del proprio patrimonio linguistico.
Tra le iniziative:
– creazione dell’Alfabeto dei Dialetti Lucani (A.D.L.), un sistema di scrittura che permette a tutti i lucani, e non solo, di scrivere nel loro dialetto. La Basilicata è la prima regione non a statuto speciale a essersi dotata di un alfabeto unitario per la trascrizione delle proprie lingue locali;
– corsi di alfabetizzazione dialettaleper le scuole secondarie di I grado e per le classi V delle primarie: ad oggi sono stati già tenuti incontri nelle scuole di Grassano, Lagopesole, Matera, Roccanova, Terranova, Tursi e Venosa; inoltre un corso era stato avviato nella scuola alberghiera di Melfi. I bambini e i ragazzi hanno seguito con entusiasmo e la cosa importante è che si sta creando una nuova mentalità nei confronti del dialetto che porta le persone a non aver vergogna di parlarlo, ma, pur nel rispetto indiscutibile verso l’italiano, lingua nazionale, a sentire il dialetto come una marca culturale importante;
– corsi di alfabetizzazione dialettale per adulti presso le associazioni del territorio: finora sono stati tenuti con successo corsi di alfabetizzazione ad Acerenza, Avigliano, Brienza, Filiano, Lauria, Muro Lucano, Matera, Marsicovetere, Picerno, Potenza, Postiglione, San Martino d’Agri, Savoia di Lucania, Terranova, Tursi, Venosa;
– incontri divulgativi e presentazione di opere in tutti i comuni che ne abbiano fatto richiesta (la quasi totalità dei paesi lucani);
– curatele e trascrizioni in A.D.L.di opere dialettali tra le quali solo nell’ultimo anno: 1) la mostra “Dal grano al pane” (20-23 agosto 2020), organizzata dall’Associazione culturale La Fenice di Corleto Perticara;2) “Dizionario del dialetto di Melfi” di Mauro Tartaglia;3) “Dizionario del dialetto di Pomarico”, in collaborazione con l’Associazione pro loco di Pomarico;4) “Dizionario del dialetto di Savoia di Lucania, Castellaro e Perolla con raccolta di canti dialettali di Savoia di Lucania” di Maria Mauro e Michele Parrella;5) “Dizionario del dialetto di Trivigno” di Vito Luongo;6) “Dizionario del dialetto di Vaglio” di Pasquale Saponara;7) collaborazione per la raccolta dei proverbi nei 131 e più dialetti lucani, inserita nel volume “Le favole di Don Ciutija” di E. Conte-M. Falabella-F. Iannuzzi;8) il racconto “La camicia” di Angela Lamanna nel dialetto di Palazzo San Gervasio;9) “A vita (g)è nu mózzëchë” di Pino Papa;10) “Dizionario del dialetto di Marsicovetere” di Bernardo Panella;11) calendario 2021 “òšë…craië…pëscraië” dell’Associazione culturale “Vincenzo Marinelli” di San Martino d’Agri;12) “Dizionario del dialetto di Satriano” di Giovanni Langone;13) allestimento della casa museo “La casa di Dorina” sita a Marsicovetere, inaugurata nel mese di agosto 2020;14) collaborazione con Rocco Piliero, autore dialettale di San Mauro Forte; 15) allestimento mostra di oggetti della cultura contadina a Castronuovo di Sant’Andrea; 16) la raccolta di poesie “Cu la lénga…rëlucòrë” di Crescenzia Lucia; 17) il romanzo con inserti dialettali “O strómmëlë” di Urbano Ferrari; 18) collaborazione con l’Associazione culturale Tarassaco e pro loco Latronico per un progetto di recupero di “Còsëcusèllë”; 19) “Dizionario del dialetto di Genzano di Lucania” di Michele Battaglino; la raccolta di sentenze, detti, espressioni, modi di dire, imprecazioni, epiteti, soprannomi dialettali “Sant’Arcangelo – La lingua dei Padri” di Rocco Guerriero.
– quattro concorsi per componimenti poetici dialettali lucani: tutti i componimenti partecipanti sono stati trascritti dai ricercatori in A.D.L. e quelli delle prime tre edizioni già pubblicati a cura del C.I.D.
Il Centro Internazionale di Dialettologia vuole essere una struttura speciale, finanziata dalla Regione Basilicata e in collaborazione con l’Università degli Studi della Basilicata, finalizzata alla ricerca, alla documentazione e alla formazione nel campo della dialettologia. Il Centro è una struttura interateneo con l’Università di Palermo e ha un comitato tecnico scientifico internazionale che comprende docenti delle Università di Cambridge, Manchester, Oxford, Napoli “Federico II”, Pisa e Udine.
Il Centro vuole assumere una funzione propulsiva e coordinatrice di ricerche attinenti alla dialettologia prestando la massima attenzione alla specificità del territorio lucano, che, con la sua ricchezza di tipi linguistici e culturali, costituisce un terreno privilegiato per le analisi dialettali.
Il Centro si propone di occupare un posto a sé nel panorama internazionale e si augura di poter proseguire nella sua attività scientifica e divulgativa."
Replica dell'Assessore alla Regione Basilicata, Francesco Cupparo, del 15 Aprile 2021
(da BasilicataNotizie.net)
“Nei prossimi giorni si provvederà all’approvazione definitiva del progetto di Dialettologia, si firmerà la Convenzione con l’Unibas e si avvieranno le attività con i soggetti che l’Unibas – unico referente istituzionale del progetto - intenderà coinvolgere”. Lo comunica l’assessore regionale con delega alla Formazione e Ricerca, Francesco Cupparo, il quale in riferimento alla conferenza stampa tenuta dalla professoressa Del Puente, che annuncia la chiusura del Centro di Dialettologia, al solo fine di fare chiarezza all’opinione pubblica e ristabilire la realtà dei fatti, ritiene necessarie alcune precisazioni:
Francesco Cupparo, Assessore alla Regione Basilicata (foto da BasilicataNotizie.net) |
1) Nel mese di dicembre ho incontrato i ricercatori impegnati nel progetto che, per Convenzione, ha il suo esito finale il prossimo giugno.
2) Risulta a vero che in quell’incontro ho rassicurato i ricercatori che in poco tempo la problematica sarebbe stata affrontata e risolta utilizzando le risorse residue della Convenzione triennale di cui in precedenza, dopo comuni interlocuzioni, l’Unibas stava predisponendo un nuovo progetto e una nuova Convenzione.
3) Appena dopo il lockdown natalizio gli uffici dipartimentali non avendo ancora ricevuto il progetto da parte dell’Unibas, con nota del 15 gennaio 2021, chiedevano all’Unibas la progettazione esecutiva delle attività per la durata di 18 mesi per un finanziamento di € 288.196,93.
4) Il successivo 5 febbraio l’Unibas trasmetteva una bozza di convenzione e il cronoprogramma per la nuova attività della durata di 18 mesi.
5) Tale nota veniva riscontrata il 23 febbraio per chiedere una progettazione dettagliata ed esecutiva dell’intervento e una esplicitazione particolareggiata dell’utilizzo delle risorse da riportare nelle schede finanziarie previste dal FSC al fine di evitare problematiche, per l’eligibilità delle spese, al momento della rendicontazione. In pari data la stessa nota veniva trasmessa al consigliere Pittella che aveva chiesto notizie in merito alla vicenda.
6) Il 16 marzo 2021 la RUP, nel frattempo subentrata, trasmetteva al dipartimento, in via informale, la Convenzione, il Piano finanziario e il cronoprogramma che veniva riscontrata con una sostanziale valutazione positiva e con l’invito a trasmetterla ufficialmente.
7) Il 29 marzo la RUP trasmetteva al Dipartimento il progetto che non poteva essere recepito in quanto non inviato ufficialmente dagli Organi Unibas.
8) Il successivo 8 aprile è finalmente pervenuta la PEC di trasmissione del progetto debitamente firmata digitalmente dal Direttore Generale Dr. Romaniello.
Questo è l’evolversi dei fatti da dicembre scorso ad oggi, riscontrabile con atti e documenti depositati presso gli uffici dipartimentali a disposizione di chi – evidenzia Cupparo – persegue solo la verità dei fatti stessi. Certamente queste valutazioni non sono rivolte a chi persegue altri obiettivi, quali il mantenimento o l’istituzionalizzazione di piccoli centri di potere al di fuori di regole e procedure che gli Enti pubblici come la Regione e l’Unibas sono tenuti a garantire nei confronti di tutti, non sono rivolte a chi pensa di guadagnare credibilità nascondendo all’opinione pubblica la conoscenza di come i fatti siano regolarmente. In proposito il consigliere Cifarelli era ed è perfettamente a conoscenza che non esiste ‘alcuna questione di simpatia o antipatia con alcuna persona’, conosce perfettamente la disponibilità finanziaria sempre dichiarata, anche in Consiglio regionale, e che l’inizio delle nuove attività di dialettologia era soltanto legata all’approvazione del progetto che si è evoluto con i tempi e le insistenze dipartimentali sopra descritte”. L’assessore Cupparo esprime, infine, la propria soddisfazione “per il rapporto di collaborazione tra Dipartimento e Unibas che si consolida ogni giorno di più e che certamente avrà ricadute positive per il rafforzamento della cooperazione tra le due istituzioni e delle attività culturali”.
Controreplica della Prof.ssa Del Puente, in data 15 Aprile 2021
(da BasilicataNotizie.net)
"Sono molto lieta di apprendere che i rapporti tra il Dipartimento dell’assessore Cupparo e l'Università della Basilicata sono finalmente divenuti cordiali e collaborativi, dopo una lunga fase in cui l'interlocuzione era obiettivamente difficile. Sono anche lieta che l’assessore Cupparo abbia, a quanto pare, messo da parte le riserve, in passato espresse più volte tanto in pubblico quanto in privato, sul valore e la dignità dell’Università. Nulla da dire, poi sull’elencazione dell’assessore Cupparo di date e documenti, ma alcune domande, a questo punto, sono d’obbligo.
1) Perché l’assessore Cupparo, che come egli stesso scrive, è così legato alla verità dei fatti, ha omesso la cronistoria di tutto ciò che è accaduto nei mesi precedenti al novembre 2020?
2) Perché l’assessore non scrive anche del mio disperato quanto inutile e reiterato tentativo via mail e via telefono di avere un appuntamento o, almeno, di avere la sua attenzione sul fatto che da settembre i ricercatori del C.I.D avrebbero iniziato a perdere il lavoro?
3) Perché l’assessore Cupparo non dice che faticosamente una rappresentante dei ricercatori ad agosto riuscì ad avere un appuntamento veloce quanto inutile a Francavilla con lui?
4) Perché non dice che a quella rappresentante assicurò una risposta in pochi giorni che non è mai arrivata?
5) Perché gli uffici regionali dell’assessore non hanno mai risposto riguardo alla richiesta di prolungamento delle attività del C.I.D. da finanziare sulle economie risultanti e inoltrata via pec dal precedente RUP universitario a luglio? Perché non hanno risposto nemmeno all’altra richiesta formale, con uguale oggetto, inoltrata in pec dal DG dell’Università (allora nuovo RUP) in data 8 ottobre?
6) Perché l’assessore solo a novembre ha deciso che non si potesse consentire il prolungamento in questione, ma bisognava avviare una nuova convenzione?
Se davvero l'avvio di una nuova convenzione ora finalmente si profila, mi illudo che i miei sforzi, fino alla recente conferenza stampa, vi abbiano in qualche misura contribuito. In ogni caso, non posso fare a meno di notare che la soluzione adombrata implica una interruzione dei lavori del Centro Internazionale di Dialettologia, interruzione che ha causato la perdita del lavoro anche delle due ultime ricercatrici in carica, quando sarebbe stato possibile e facile, come più volte sollecitato da me e dall'Università, adottare a tempo debito una proroga che avrebbe consentito di salvaguardare le esperienze e le professionalità maturate e di procedere in maniera pienamente produttiva. Né avrebbero ostato a ciò le tanto sbandierate irregolarità formali di cui l’assessore ha parlato, irregolarità che al limite avrebbero impedito il pieno rimborso all’Università delle somme spese, ma nulla di più. Né vedo - ed è la cosa più grave - tracce di un impegno a proseguire il progetto al di là dei diciotto mesi già a suo tempo finanziati. Su un punto ho il dovere di essere chiara: in quanto docente di Glottologia e linguistica con ampia esperienza di studio dei dialetti sono stata nominata, nel 2018, direttrice del Centro Internazionale di Dialettologia dall'assemblea dei soci, costituita dall'Università della Basilicata e dall'Università di Palermo. In questo ruolo ho agito, cercando di onorare nel modo migliore il mio mandato, soprattutto in considerazione del fatto che lo Statuto del Centro ne prevede una durata almeno fino al 2024 e che era quindi mio dovere operare su una prospettiva temporale di più ampia durata, evocando anche la prospettiva di una istituzionalizzazione. Quello che l'assessore Cupparo, forse più aduso a confrontarsi con situazioni di siffatto genere e, invece, totalmente aliene dal mio modo di vivere e pensare, riconduce allusivamente alla tipologia dei "centri di potere" è stato per me un centro di dovere e di servizio, al quale ho prestato la mia faticosa opera con grande dispendio di energie e di risorse, anche economiche, personali. Se avessi voluto crearmi un centro di potere avrei intentato la strada della politica. L'ho fatto, invece, nell'interesse della scienza e della società della Basilicata, cercando peraltro di offrire delle possibilità non effimere a un gruppo di giovani lucani che nel lavoro del Centro sono cresciuti e maturati.
Il mio mandato, comunque ora in scadenza, sarà immediatamente rimesso, come già dichiarato nella conferenza stampa, all'assemblea del Centro; e nelle attuali condizioni non ho alcuna intenzione di ripropormi, non per personali risentimenti, ma perché non vedo fino in fondo garantito il lavoro già svolto né scorgo prospettive di sviluppo del progetto più a lungo termine, almeno fino al 2024 indicato dallo Statuto. Se l'Università della Basilicata e l'Università di Palermo riterranno che questa mia analisi sia errata troveranno certo qualcuno in grado di far meglio di me e nomineranno un nuovo direttore, possibilmente in maggiore sintonia con l'ente finanziatore. Contro l'argumentum ad crumenamla scienza e la passione intellettuale e civile hanno sempre difficoltà a combattere. Alla fine di tutto il risultato è che 7 giovani hanno perso il loro lavoro, la Basilicata il suo ruolo di regione di riferimento per gli studi nazionali e internazionali di dialettologia e le lucane e i lucani tutti la possibilità di vedere le loro lingue salvaguardate e valorizzate. A chi legge tirare le conclusioni."
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